Papà o babbo: tu come chiami tuo padre?

festa del papàOggi è la festa del papà: in Italia, paese di cultura storicamente e fortemente cattolica, il papà si festeggia nel giorno che il calendario dei santi dedica a Giuseppe, padre putativo di Gesù.

La tradizione vuole che i bambini portino a casa i “lavoretti” che hanno preparato per lui a scuola con l’aiuto delle maestre e che i grandi regalino… cravatte o dopobarba. Io al mio regalo sempre un libro: so di fargli cosa gradita (e poi posso sempre chiederglielo in prestito per leggerlo io!).

I nomi con cui si chiamano la propria madre e il proprio padre sono simili in moltissime lingue in tutto il mondo: probabilmente perché sono formati dai primi suoni che i bambini imparano a pronunciare (la vocale a, i suoni m, p, b). Quelle che noi consideriamo vere e proprie parole, quindi, sono una specie di “prova tecnica di trasmissione” dei neonati che sperimentano come funziona il loro apparato fonatorio.

Come chiamiamo nostro padre?

Gli italiani si dividono fra quelli che lo chiamano papà e quelli che lo chiamano babbo. Babbo si usa principalmente in Toscana, ma anche in Umbria, nelle Marche, in Romagna e, benché meno rispetto al passato, in Sardegna*. Nel resto d’Italia si usa più comunemente papà (anche se nei diversi dialetti esistono altri modi, come ad esempio tata).

La forma autoctona però è sicuramente babbo, mentre papà viene dal francese e in quanto forestierismo è stato da molti considerato meno italiano (benché sia presente nell’italiano almeno dal XVIII secolo). Tuttavia, papà si è diffuso nel tempo in tutta Italia, tranne in Toscana, dove babbo resiste ancora. Il caso più noto di “resistenza” di babbo è certamente Babbo Natale: la versione Papà Natale, che pure si sente ogni tanto, non ha mai preso piede davvero.

E voi, cari lettori e care lettrici, come chiamate vostro padre nella vostra lingua? E vi rivolgete a lui con nomi diversi man mano che crescete o l’appellativo rimane lo stesso per tutta la vita?

Comunque li chiamiamo, auguri a tutti i papà!

(*) È interessante notare che, per quanto riguarda la Sardegna, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso c’era stata la tendenza ad abbandonare “babbo” (troppo simile al sardo e, forse, considerato meno moderno) in favore di “papà”. Negli ultimi anni c’è una lievissima inversione di tendenza, dovuta forse a un richiamo alla lingua sarda come proprio patrimonio culturale originario.

Fonti:
Ecco la risposta dell’Accademia della Crusca sull’uso di babbo e papà
Anche la voce sui nomi dei genitori dell’Enciclopedia Treccani è molto interessante

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“Sardus_Italia“